Per imprenditori, manager, tecnici, venditori, liberi professionisti, il saper presentare prodotti, servizi, progetti e sistemi ad una platea di persone più o meno vasta, richiede senza dubbio una buona conoscenza sui temi da trattare ma soprattutto la competenza specifica del “parlare in pubblico”.
Divulgare concetti e intrattenere un uditorio, facendo in modo che i presenti siano interessati, non è un dono ma un’abilità che si impara.
Nel parlare in pubblico, le parole che usiamo influenzano certamente la nostra abilità di comunicare ma gli altri due ingredienti sono il linguaggio non verbale (quello del corpo) e il linguaggio para- verbale (il tono della voce, le pause e gli intercalari).
Sembra che “parlare in pubblico” sia la seconda paura delle persone dopo quella del volo.
Il motivo è semplice: proiettiamo su di noi tutte le ipotetiche aspettative dell’uditorio. Ma quest’ultimo non conosce i temi che andremo a trattare o se li conosce non sa esattamente il filo logico che noi vogliamo dare al nostro intervento e nemmeno le cose che andremo ad illustrare.
Al di là di questo la gestione dell’ansia è fondamentale, tanto quanto il saper rispondere alle eventuali domande ed obiezioni che potrebbero emergere nella riunione.
E allora, che fare? Prima di tutto bisogna scardinare dai nostri pensieri alcune convinzioni limitanti e predisporci in modo ottimale alla presentazione. Poi bisogna imparare a preparare le varie argomentazioni attraverso una mappa adeguata e ben fornita di appunti, che siano integrati con le immagini o i video che andremo ad utilizzare. E ancora: iniziare bene, tenere le mani alla vista del pubblico, guardare gli interlocutori negli occhi, sfruttare bene la gestualità, creare durante l’incontro un “flusso armonico” di informazioni e di stati d’animo da suscitare nell’uditorio, modulare la voce, improvvisare, raccontare aneddoti, fare esempi e soprattutto “essere autentici” e “divertirsi” nel farlo.
Basta quindi conoscere alcune tecniche di base sulla comunicazione e sulla motivazione che ci consentano di fare un buon allenamento preliminare alla prestazione, ma soprattutto di continuare tra un meeting e un altro, a fare una revisione consapevole dei nostri comportamenti.
Partecipando ad opportuni percorsi di formazione e di coaching, possiamo ottenere senz’altro quella condizione per cui anche il “parlare in pubblico” può rientrare nelle nostre più “gradevoli abitudini”.
Scritto da: Claudio Frasson