Oggi, anche le micro, le piccole e le medie imprese italiane possono adottare sempre di più i criteri dell’Approccio Sistemico e a mio avviso possono metterli in pratica anche in modo molto più efficace delle grandi imprese.
Partendo dalla definizione di Sistema come “insieme di parti aggregate in modo non casuale e nel quale ciascuna parte dipende dalle altre”, l’applicazione dell’Approccio Sistemico ad un’azienda rende necessario proprio il chiarimento su quali sono le “parti” che la compongono e come si collocano in un determinato ambiente operativo, sociale ed economico, locale e globale.
Ogni sistema “aperto” è infatti capace di autoregolarsi e organizzarsi al proprio interno in modo da adeguarsi ai mutevoli cambiamenti dell’ambiente esterno.
Si pensi, ad esempio, al corpo umano o ad un albero, che si adattano continuamente a sbalzi di temperatura, sole, pioggia, ecc…; ma mentre per un’entità biologica hanno importanza le condizioni atmosferiche, per un’azienda sono altre le variabili ambientali che ne influenzano la sopravvivenza e lo sviluppo.
Ormai le aziende appartenenti al mondo delle PMI, sono gestite attraverso organigrammi molto flessibili e orizzontali, caratterizzati da 2 o al massimo 3 livelli gerarchici.
Queste imprese, al di là della loro ”grandezza”, solo quando sono più evolute si descrivono e tentano di agire secondo organigrammi funzionali ai processi; schemi guida che hanno lo scopo di indicare le “strade” per svolgere al meglio tutta l’enorme mole di lavoro che fanno le varie “componenti” dell’organismo aziendale.
Questo tipo di approccio non può far parte della consapevolezza esclusiva degli imprenditori e dei manager, ma deve estendersi a tutti i collaboratori dell’organizzazione. Anche se è vero il fatto che a volte sono proprio gli imprenditori e i manager che mancano su questo punto, presi come sono dalla necessità di ottenere risultati a breve termine.
Scritto da: Claudio Frasson