3 Aprile 2018

Vivendo immerso come tutti nel mondo della digitalizzazione e della multimedialità, mi sono accorto che il tema dello storytelling, come quello della qualità, viene affrontato secondo alcuni punti di vista principali appartenenti a due grandi aree che si integrano tra loro:

Orientamento aziendale

  • Visual-sound storytelling. Un tema appassionante. Avete presente quando si dice che “un’immagine e un suono valgono più di mille parole”? Con queste risorse, in effetti, si possono costruire significati e temi valoriali di ogni tipo e di ogni genere.

  • Business-corporate storytelling. Per dare un volto all’azienda e per comunicare in modo più intimo ed emozionale con il proprio pubblico. Ormai anche nella piccola e media impresa si può adottare questo tipo di approccio per la comunicazione istituzionale.

Orientamento personale

  • Storytelling per imparare. La narrazione come potente strumento di apprendimento.

Lo si può sperimentare come condivisione nel gruppo per promuovere auto-riflessività al fine di risolvere problemi e potenziare le competenze trasversali personali e sociali.

  • Storytelling autobiografico. Proprio come accade nei percorsi di apprendimento esperienziale, la capacità di raccontare se stessi, la propria attività e la propria vita, è sempre importante. Quindi anche chi decide di fare “personal branding” tende ad esprimersi con questo orientamento. 

La narrazione, dalle forme orali e letterarie, è passata nel tempo alle forme tecnico-scientifiche e al giorno d’oggi ha invaso tutti i luoghi della comunicazione e del marketing, compreso quello della politica. Lo storytelling (il raccontare storie) pare essere la moda del momento. Non lo dico affatto in modo critico o negativo: le competenze narrative sono molto importanti ai tempi della comunicazione digitale, perché rendono più immediato caldo e intenso ogni tipo di messaggio.

Ma tutto questo non è una novità: casomai sono nuovi i criteri, le modalità, gli strumenti divulgativi e di fruizione delle narrazioni. Quindi i narratori e i pubblici che “raccontano e percepiscono”.

Scritto da: Claudio Frasson

 

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