Ciò che comunque è chiaro ormai agli occhi di tutti è che non stiamo più vivendo un’epoca di cambiamenti, ma che assistiamo piuttosto a un vero e proprio cambiamento d’epoca.
Il mondo non si muoverà soltanto nella direzione del tempo cronologico segnato dal “kronos”, un tempo lineare che può essere programmato a tavolino e gestito con il metronomo, ma si esprimerà sempre di più anche attraverso il “kairos”, cioè il tempo delle opportunità.
Tra le persone in generale, nelle famiglie, nelle aziende, sarà sempre più importante:
• coniugare fiducia reciproca tra i vari ruoli di responsabilità
• condividere le competenze in funzione degli obiettivi organizzativi e individuali.
• rinegoziare la propria identità professionale in armonia con quella personale.
Solo grazie al rafforzamento dei legami e al rispetto della lealtà reciproca, si potrà uscire dall’isolamento che pervade le persone, immerse come sono nell’informatizzazione più spinta. Un “ambiente digitale” che vivono nel lavoro ma che ormai ritrovano anche a casa e nel loro tempo libero. Habitat che le mantiene sempre connesse e purtroppo inconsapevolmente stressate.
Bisogna incoraggiare i genitori, i figli, gli educatori, gli imprenditori, i manager e i loro collaboratori ad acquisire un nuovo respiro, a confrontarsi in modo più ampio, a costruire il proprio futuro partendo da un carattere “locale” unico e irripetibile, che rivolga uno sguardo più ampio al “globale”.
Questo è un paradigma su cui la piccola e la media impresa italiana può investire le proprie energie, partendo dalla propria inimitabile unicità, da un saper fare incomparabile, da una passione che, pur rispettando la tradizione, guardi al futuro, innovando e sperimentando.
In realtà, il pensiero nasce sempre dal locale, da un’esperienza di vita “unica” e singolare: bisogna dargli gambe per correre o strategie per navigare, allora può diventare “universale” e attirare l’interesse di tante altre persone.
Scritto da: Claudio Frasson